C’è ancora speranza per la Terra?
- 22 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 1 mag
A cura della Dott.ssa Greta Colombi
Ammettiamolo, gli ultimi anni sono stati un disastro.
Invasione dell’Ucraina, strage di Gaza, crisi energetica, guerra dei dazi, pandemie, alluvioni, incendi… e la lista potrebbe andare avanti ancora a lungo.
E in tutto ciò non rimane molto spazio per la speranza. Le ricerche mostrano infatti che ansia, burnout e paura per il futuro sono sempre più diffusi, e non solo fra i giovanissimi.
E come darci torto?
Il senso di assedio è dietro l’angolo e gli effetti di quello che stiamo facendo al nostro Pianeta sempre più evidenti. Il recente rapporto redatto dal centro studi Copernicus ci ricorda che globalmente il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, seguendo il trend negativo dell’ultimo decennio. Contemporaneamente negli ultimi 40 anni l’Europa si sta scaldando ad una velocità doppia rispetto alla media globale, con conseguenze dirette sull’aumento dei rischi alluvionali (Valencia, Emilia Romagna e Baviera vi ricordano nulla?), le ondate di calore estremo e la siccità.

E diciamocelo, non è che per le restanti problematiche di natura ambientale in Europa ce la passiamo molto meglio.
Secondo l’European Environment Agency nonostante le misure di conservazione adottate, la perdita di biodiversità procede ad un ritmo allarmante e tre quarti degli habitat che sono stati studiati risultano in condizioni non ottimali. Urbanizzazione, agricoltura intensiva, attività ricreative, inquinamento e alterazione volontaria degli habitat naturali tra le cause principali di questa situazione pericolosa.
Anche se appaiono problemi lontani, tutto ciò ha effetti sulla nostra salute, sulle nostre economie e più in generale sul benessere delle nostre comunità. Ci appare chiaramente quando assistiamo inermi ai disastri naturali, ma la verità è che tutto ciò che facciamo dipende in qualche misura dai servizi ecosistemici che ci vengono forniti dalla natura. Chiaro che non stiamo bene e siamo preoccupati, no?
Ma allora cosa possiamo fare?
Negli ultimi mesi sto passando un momento di forte stress, personale e lavorativo. In questo periodo ho capito una cosa importante: ad aumentare drasticamente il mio livello di preoccupazione è la sensazione di non avere il controllo della situazione, di non essere padrona di quello che mi accade. In poche parole: di subirlo.
Ma noi non possiamo, non dobbiamo subire il degrado ambientale.
Occuparci e pre-occuparci dell’Ambiente è una nostra scelta, è in nostro potere cambiare le cose. Non è meraviglioso?
Oggi sentirete e leggerete moltissime notizie sul Pianeta, molto più dettagliate di quanto abbiamo rapidamente riassunto in questo articolo. I giornalisti daranno tagli differenti, preferiranno un dato piuttosto che un altro, ma a conti fatti oggi con ogni probabilità, a meno che non viviate in un eremo sperduti fra i boschi (e nel qual caso: a) avete tutta la mia invidia; b) è alquanto inverosimile che incapperete in questo testo) sarete bombardati da notizie che ci raccontano del fragile stato di salute del nostro Pianeta e dell’importanza di agire - subito, ora - prima che sia troppo tardi.
E se abitate nel cosiddetto mondo capitalista, questa responsabilità si aggiungerà ai miliardi di pensieri per cui non dormite la notte o vi dannate durante il giorno: devo pensare alla mia salute, mettermi a dieta, passare l’esame, trovare lavoro, aiutare i nonni, andare alla riunione condominiale, passare dal commercialista, recuperare i figli a scuola… e così via.
Oggi è la Giornata della Terra, e domani?
Ma purtroppo la dura e crudele verità è questa: se non ci occupiamo noi dell’Ambiente, qualcuno se ne occuperà per noi. E finora non è che sia proprio andata alla grande!
Ora, come vi dicevo, in realtà siamo molto fortunati: abbiamo la facoltà di cambiare come stanno andando le cose. E, a differenza di tutte le incombenze di cui sopra, non dobbiamo aggiungere punti elenco alla lista di cose da fare in agenda. Anzi, a dirla tutta, sarebbe meglio togliere qualcosa, ma di questo parleremo magari in un’altra occasione.
Come dicevo, non serve aggiungere compiti gravosi, serve solo cambiare approccio partendo da pochi e semplici principi. Per farla breve, devi solo fare ciò che hai sempre fatto, con la consapevolezza che fra i criteri di scelta, va inserita anche la tutela dell’Ambiente.
Ok, non è facile come sembra però…
Per cominciare potresti pensare all’imbatto ambientale di quello mangi e rivalutare come e dove fai la spesa. Se vuoi qualche spunto di riflessione basta che leggi qui, abbiamo preparato una guida per te pronta all’uso con alcuni spunti di riflessione per essere consapevole, fin da subito, delle conseguenze delle tue scelte alimentari.
Se non sai da dove iniziare, questo è il primo passo.
D’altronde mangiamo minimo 3 volte al giorno, tutti i giorni. Mi sembra un ottimo modo per non parlare di Ambiente solo il 22 Aprile, ma proteggerlo tutto l’anno.
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