L’oro blu – una risorsa da salvaguardare
- 2 giorni fa
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- A cura della dott.ssa Greta Colombi
Se la guardi dallo Spazio la Terra appare ricoperta da una splendida coperta azzurra, ed è per questo che viene chiamata il Pianeta Blu.

L'acqua occupa quasi l'80% del nostro Pianeta e distribuisce la vita a tutti gli esseri che lo abitano, compresi noi umani. Qualsiasi regime alimentare equilibrato ci raccomanda di bere abbondantemente durante tutto il giorno per mantenere uno stato di salute ottimale, infatti ci bastano pochi giorni senza acqua per andare incontro ad una terribile disidratazione. Non dobbiamo dimenticare inoltre che l’acqua è una risorsa vitale per il sostentamento di tutti gli ecosistemi e come tale, da essa dipendono tutti gli esseri viventi che contribuiscono alla nostra sopravvivenza. Pensate solamente all’ossigeno prodotto dalle foreste o ai campi che necessitano di irrigazione e a tutti quegli animali di cui ci alimentiamo quotidianamente.
Ma l’acqua è una risorsa rinnovabile di cui disponiamo in maniera infinita?
La risposta non è semplice. Sebbene siamo abituati ad esserne circondati e le riserve idriche si rigenerino periodicamente, la realtà è che l’acqua è presente sulla Terra in misura limitata e quella disponibile per le attività umane rappresenta solamente l’1% del totale.
Risulta chiaro quindi che è ben più preziosa di quanto pensiamo ed è un lusso che non è distribuito equamente su tutto il Pianeta. Ci sono intere nazioni per le quali la siccità è un problema con cui confrontarsi tutti i giorni e per il quale non c’è ancora una soluzione.
Nonostante questo, la scarsità idrica è una questione che non si limita solo ad alcune zone del mondo, ma è di rilevanza internazionale. Questo perché le statistiche dimostrano che la pressione che esercitiamo sulle riserve e i bacini di acqua è attualmente eccessiva e sbilanciata. Sul lungo periodo rischiamo di esaurire le fonti d’acqua dolce prima che queste possano rigenerarsi, rendendola un bene al quale, forse, non sarà garantito l’accesso a tutti in maniera indiscriminata. Il cambiamento climatico e l’aumento esponenziale della popolazione inoltre non fanno altro che aggravare questa dinamica.

Per fortuna la situazione non è irreversibile. Mentre fior fiore di ingegneri studiano sistemi sofisticati per ridurre l’uso idrico in agricoltura ed efficientare i processi di depurazione delle acque reflue, mentre i nostri politici si impegnano ad approvare leggi a tutela dell’acqua e le nostre amministrazioni si adoperano per ridurne le perdite lungo le reti pubbliche, cosa possiamo fare noi nel nostro quotidiano per contrastarne l’eccessivo sfruttamento?
Il potere dell'informazione
Questa volta è proprio il caso di dirlo, la prima azione da compiere è INFORMARSI. Oggi abbiamo scalfito solo la punta dell’iceberg, ma ci sarebbe ancora molto da raccontare su questa straordinaria risorsa. L’acqua non solo è preziosa e ubiquitaria, ma ha svolto un ruolo fondamentale nella nascita della vita stessa sulla Terra e merita sicuramente più cura e attenzione da parte nostra. Un altro aspetto da considerare è l’uso e l’abuso domestico di cui spesso ci macchiamo. Chiudere il rubinetto quando ci si lava le mani o i denti, aggiustare le perdite della doccia, utilizzare scarichi del water a capienza ridotta e prediligere brevi docce, sono solo piccoli accorgimenti che adottati con costanza e insegnati ad amici e parenti possono fare un’enorme differenza.
Ma non è tutto. Buona parte dell’acqua che consumiamo tutti i giorni è ben nascosta dove meno ce l’aspettiamo. Secondo la FAO infatti, sono necessari dai 2 ai 5 L di acqua pro-capite per produrre il cibo di cui disponiamo ogni giorno, considerando sia quello mangiamo che quello che buttiamo via (se ti sei perso il primo articolo sullo spreco alimentare dai un’occhiata qui). In questa statistica viene considerata solo l’acqua utilizzata nella produzione degli alimenti, senza conteggiare quella necessaria per cucinarli (quanto acqua utilizziamo per preparare un etto di pasta?!).
Ovviamente la nostra impronta idrica (n.d.r = Water Footprint ), questo è il nome ufficiale del calcolo dell’acqua (sia di quella direttamente impiegata, che di quella inquinata) che viene utilizzata per la produzione e commercializzazione di beni e servizi e per lo svolgimento delle nostre attività, dipende moltissimo dalla nostra dieta (il settore agricolo è il responsabile in Italia del 60% del consumo idrico secondo l’Istata), dalle nostre abitudini e dal nostro stile di vita. Se siete curiosi come me e volete scoprire qual è il vostro attuale consumo d’acqua potete fare una prova a questo sito.
Adesso che conosciamo la misura della nostra impronta idrica, non ci resta che adottare tutti quei piccoli accorgimenti che magari ora non stravolgono la nostra quotidianità ma che, per il futuro, potranno fare tutta la differenza possibile.
Buona giornata mondiale dell’acqua a tutti!!
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